“Non so come avrei reagito io a 16 anni. Ma una cosa è certa, ho imparato cosa significa responsabilità. Questo virus è un nemico invisibile, il problema è che il nostro comportamento è decisivo: siamo noi che possiamo portarlo dentro casa. Per cui negligenza ed egoismo vanno messe da parte, può capitare, ma noi non dobbiamo cercarcelo. Per cui, niente scuse, rispettate le regole”.
Le parole sono di Martìn Castrogiovanni, per quattordici anni pilone destro della Nazionale italiana di rugby. Uno dei campioni più amati e rispettati. È stato il protagonista dell’incontro organizzato dalla Provincia di Fermo all’interno del progetto Gener(Y)Action.
“Cerchiamo di dare risposte ai bisogni dei giovani, mettendo a disposizione dei servizi, come gli sportelli Fare Impresa, insieme con la Cna e dei momenti di formazione. E questo con Castrogiovanni è il primo di una serie di incontri che vedrà protagonisti gli imprenditori” aggiunge la Presidente Moira Canigola.
All’incontro hanno partecipato virtualmente, collegati da casa durante le ore di lezione, quasi 300 studenti.
“Quello che ci ha fatto piacere è che hanno interagito. Molte le domande che hanno inviato al campione e che hanno anche potuto fare in diretta. Renderli protagonisti ha permesso di superare la barriera del pc, obbligata da questa fase pandemica da cui tutti vogliamo uscire” prosegue la Presidente della Provincia di Fermo.
Castrogiovanni non si è tirato indietro. Ha parlato delle vittorie, ma anche dei momenti difficili legati alla malattia e alle sconfitte. “Nel mio sport, come nella boxe, chi resta a terra troppo a lungo perde. Il titolo di questo incontro è perfetto: ‘Rialzarsi, sempre’ è fondamentale. Sapendo che non siamo perfetti. Vedete – spiega il campione – bisogna saper accettare i propri limiti, capirli e usarli per crescere”.
Collegate durante l’incontro le scuole ITT Montani, ITET Carducci Galilei, IISS Carlo Urbani – Liceo Scientifico di Montegiorgio, IIS Omnicomprensivo di Amandola, IPSIA Ricci e il Liceo Scientifico T.C. Onesti. Tante le domande degli alunni che hanno affrontato questioni personali, dal ruolo della famiglia alle emozioni da ultima partita, e tecniche, il ruolo della squadra e del rugby come base di valori e regole.
“Vedete – ha concluso Castrogiovanni – a me non piace perdere, ma la sconfitta fa parte della mia vita. Se si impara ad accettarla, diventa uno stimolo per crescere. Potrei dare la colpa all’arbitro, ma non servirebbe. Diventa fondamentale fermarsi a riflettere, vivere il proprio brainstorming, e poi rialzarsi sapendo che qualcosa si può migliorare”.
Alcune pillole dell’incontro saranno nei prossimi giorni pubblicate sui canali social del progetto Gener(Y)Action.
Il progetto è finanziato nel quadro di Azione ProvincEgiovani, iniziativa promossa dall’UPI e Finanziata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le politiche giovanili ed il Servizio Civile Universale.