“Know how e giovani, risorse per la moda che cerca nove figure”
“I giovani devono cogliere le potenzialità di questi momenti. Devono capire che la conoscenza, il know how è la grande risorsa di rilancio dei nostri territori feriti dal sisma. A questo abbiniamo la manifattura, la capacità produttiva di una provincia piccola quanto combattiva” ha sottolineato il sindaco di Montappone Mauro Ferranti aprendo lo scorso 30 novembre l’appuntamento dedicato a ‘Il piccolo Fermano nel mondo del fashion’ durante il quale si sono confrontati esperti economici e imprenditori di fronte a una platea di duecento ragazzi.
Il penultimo incontro di GenerYaction, il progetto voluto da Provincia di Fermo ed Anci Nazionale, per dare una visione di futuro agli Under 35 dei comuni inseriti nel cratere post sisma, ha fatto tappa nel distretto del cappello.
“Parlare e presentare storie positive è parte di un percorso che abbiamo scelto di abbinare a nuovi servizi diffusi sul territorio: sportelli Fare Impresa e Life Skills, uffici Informagiovani e l’applicazione, scaricabile sul cellulare, in cui vengono fornite tutte le informazioni utili a chi cerca lavoro o canali di formazione” aggiunge Moira Canigola, Presidente della Provincia di Fermo.
Gli studenti hanno ascoltato attenti per oltre due ore i relatori che si sono alternati sul palco, moderati dal giornalista Raffaele Vitali. “Il distretto del cappello è particolare, è composto da tante micro imprese, poche quelle che superano i 50 dipendenti, ma dalla grande capacità di export che raggiunge i 70 milioni di euro” ha spiegato Francesco Girolami, Presidente della sezione cappelli di Confindustria centro Adriatico. Un settore che ha bisogno di figure manageriali e ricche di conoscenze, quelle che i giovani di GenerYaction possono portare.
“Questa piccola realtà è una eccellenza a livello mondiale, ma deve aumentare sia il know how sia la dimensione aziendale per restare competitiva sui mercati” ribadisce la Canigola. Ed è questa anche la linea di pensiero di Alessandro Recchioni, il consulente che fa crescere le imprese, aprendo canali spesso conosciuti forte della sua esperienza manageriale compiuta in gruppi come Gucci e Tod’s. “La crisi ha colpito questo angolo d’Italia, che per anni è stata una piccola locomotiva. Una prima risposta deve essere una crescita dell’economia digitale. Si può emergere anche dalle difficoltà, ci sono marchi, brand della moda che lo dimostrano, penso a Msgn che da Filottrano è arrivato in pochissimo tempo su tutti i mercati del mondo. Quello che la moda deve seguire è un nuovo percorso di crescita, che vada oltre il saper fare che ha nella Cina ma anche in realtà europee dei forti concorrenti”. È qui che si possono inserire i giovani, ben preparati: “Una figura chiave è il merchandiser che ha come prima caratteristica la capacità di ascolto dei mercati, è colui che sa adottare l’offerta ai prodotti. Ma non solo, penso anche al responsabile sviluppo del controllo e al responsabile sistemi informatici”.
Figure innovative che si vanno a sommare a quelle con alta capacità manifatturiera che escono anche dalla fabbrica pilota di Montappone. “Un luogo voluto e realizzato con gli imprenditori. Qui docenti esperti insegnano a una quindicina di alunni come si realizza un cappello, e non solo. Chi esce dalla fabbrica trova lavoro” aggiunge Carlo Forti, imprenditore e tra i fondatori dell’innovativa ‘scuola’ di formazione.
Grazie a Priscilla Alessandrini, esperta di marketing e comunicazione, si è entrati nel mondo della promozione, intesa come capacità di far conoscere il proprio prodotto di qualità: Chi spera di diventare ricco?” chiede coinvolgendo i ragazzi. Tante le bracci alzate a cui segue una risposta secca: “Non basta sperare, serve l’impegno. E la successiva domanda è ‘quanto sono disposto a dare per raggiungere il mio obiettivo?’. Un messaggio chiaro che è la base del marketing che ha come scopo il collegamento della domanda e dell’offerta abbinati alla certezza che nulla ormai si vende più solo per la sua qualità”.
Il finale, prima che il Sindaco di Montappone regali ai relatori il libro ‘Il cappellaio matto’ aprendo le porte del museo del cappello in cui spiccano copricapi di ogni epoca e appartenuti ai personaggi più importanti anche del cinema, è l’intervento di Emanuele Frontoni, Professore dell’Università Politecnica delle Marche che ha fatto immergere i duecento giovani nel mondo della tecnologia applicata al mondo del fashion, ricordando come lui, montapponese di origine, sia cresciuto ammirando le signore realizzare una treccia a sette fili, pezzo base per un cappello di paglia. “I miei esempi – ha concluso il Prof. Frontoni, servono per farvi capire che non è il luogo a decidere se avrete successo o no. Un ragazzo di Fermo ha realizzato l’algoritmo che guida i droni nell’agricoltura, un altro di Porto San Giorgio ha studiato algoritmi utili in caso di piccoli ictus. Ci sono riusciti perché sono partiti dalle domande a cui volevano dare una risposta. Quindi, non smettete mai di essere curiosi”.
La Presidente
Dott.ssa Moira Canigola