Egregio On. Cesetti,

Signori membri della Delegazione,

Rappresentanti del corpo diplomatico e del Consiglio d’Europa,

Gentili autorità francesi,

Cari connazionali,

Amiche ed amici.

Celebriamo oggi con intensa partecipazione la ricorrenza della Festa Nazionale che ci ricorda il referendum del 2 giugno 1946 e la scelta repubblicana da parte della maggioranza degli italiani dopo gli orrori della guerra e le gravi responsabilità della monarchia nel ventennio.

Ringrazio vivamente, a nome di mia moglie Annalisa e a titolo personale, la Provincia di Fermo per il generoso contributo offerto.

Un grande sforzo collettivo che, tra l’altro, ha consentito di allestire questa squisita rassegna eno-gastronomia che ci allieta, e per la quale si sono prodigati tanti validi professionisti.

Non posso non ricordare, inoltre, con orgoglio e soddisfazione, il suggestivo spettacolo offerto dagli sbandieratori di Fermo, questa mattina nel centro di Strasburgo, a riprova di un antico retaggio culturale di grande fascino. Tutto ciò, cari amici, ha permesso di valorizzare al meglio l’evento odierno e l’immagine delle Marche, della Provincia di Fermo, della Città e dell’Italia.

Signor Presidente,

la vostra visita avviene in un momento cruciale, nell’anno del Centocinquantenario dell’Unità d’Italia, una cornice che le conferisce un particolare e significativo rilievo.

Mi permetta di soffermarmi brevemente su questo tema.

Noi respingiamo meschine strumentalizzazioni di parte e tentativi di ridimensionare e quasi svilire il processo unitario. Il nostro Risorgimento è fatto soprattutto di pagine gloriose e delle quali dobbiamo essere fieri. Dobbiamo ritrovare una memoria comune che ci consenta una pacata e composta riflessione sul nostro passato. Una memoria che ci permetta di sottolineare gli elementi di continuità ideale tra quei tempi gloriosi ed i valori culturali della modernità, una memoria condivisa che ci permetta di trarre da quelle esperienze i giusti ammaestramenti per il presente.

Signor Presidente, care amiche ed amici marchigiani,

voi rappresentate la democrazia decentrata, siete portatori di forme di democrazia diretta fortemente sentite dai cittadini, soprattutto al tempo d’oggi in cui la questione del Federalismo è più che mai attuale.

Come ho avuto modo di osservare nel mio intervento del 17 marzo per ricordare la proclamazione del Regno d’Italia, è oggi più che mai necessario “sviluppare un federalismo dai tratti solidali che non divida il Nord dal Sud, ma che concorra alla loro integrazione diminuendo il divario esistente, una prospettiva certamente difficile ed impegnativa, ma l’unica percorribile in un quadro unitario. Il federalismo è una risorsa, il campanilismo, il particolarismo rappresentano invece un limite angusto, uno sterile ripiegamento”.

Signor Presidente, care amiche ed amici marchigiani,

La vostra presenza in questa bella città dell’Alsazia, crocevia dell’Europa, va inserita nel quadro di rapporti sempre più stretti e fecondi tra questa Rappresentanza e gli enti locali italiani. Si tratta di una scelta precisa e motivata della quale è testimonianza la celebrazione della Festa Nazionale con la Regione Puglia nel 2009 e con la Provincia di Catanzaro nel 2010, due eventi che hanno riscosso grande successo e che ci hanno spinto a continuare sulla strada della valorizzazione del decentramento.

 

Fermo e la sua Provincia rappresentano un concreto e significativo esempio di un’Italia determinata e operosa che si impegna e produce al meglio pur nella difficile congiuntura economica attuale. Più in generale, Fermo e la sua Provincia sono espressione di una Regione, Le Marche, all’avanguardia, dotata di un robusto e articolato tessuto di piccole e medie imprese che ne rappresentano la forza e la vitalità. Sono, in sintesi, l’esempio di un’Italia consapevole e motivata, ma non solo sotto il profilo economico-commerciale, ma anche socio-politico e culturale.

 

Signor Presidente, care amiche ed amici,

ieri pomeriggio e questa mattina abbiamo avuto una serie di fruttuosi incontri presso il Consiglio d’Europa e le Autorità francesi di Strasburgo. Ricordo, in particolare, i contatti con la Presidenza del Dipartimento del Basso Reno e, a vari livelli, con il Comune. Dai colloqui è emerso vivo apprezzamento da parte dei nostri interlocutori per il vostro impegno e per la realtà che voi rappresentate. Credo ci siano tutti i presupposti per l’avvio di un proficuo e concreto dialogo per il futuro.

Per quanto attiene alla collaborazione con il Consiglio d’Europa, ritengo che sussistano ampi spazi per rafforzare i legami. Tutti conoscono i valori fondanti dell’Organizzazione, la difesa della Democrazia, dei Diritti Umani e dello Stato di Diritto. Il Consiglio rappresenta da oltre 60 anni un essenziale punto di riferimento per la difesa di tali valori, una garanzia ed un baluardo contro l’intolleranza, le discriminazioni, il razzismo e la xenofobia. Oggi più che mai una barriera di civiltà contro quelle spinte estremistiche, a carattere ultranazionalistico e populistico, che si stanno pericolosamente diffondendo nel nostro Continente.

Conoscendo la vostra grande sensibilità ed il vostro grande attaccamento ai principi della tutela della Democrazia e dei Diritti Umani, auspicherei fosse possibile organizzare a Fermo, nel 2012, un evento riguardante le attività istituzionali del Consiglio. Ciò avrebbe, a mio avviso, una significativa ricaduta anche in termini di immagine per voi e, di riflesso, anche per tutti noi che lavoriamo per e con questa antica e benemerita Organizzazione.

Cari amiche ed amici,

nell’invitare tutti a visitare Fermo e la sua Provincia per conoscerne la storia, la cultura, le tradizioni e le tante bellezze, desidero brindare alla salute di tutti i presenti.

Grazie per la vostra presenza,

Viva l’Italia, Viva la Repubblica.

 

Il Rappresentante permanente dell’Italia presso il Consiglio d’Europa

Ambasciatore Sergio Busetto