Come Presidente della Provincia di Fermo sento il dovere di smentire alcune affermazioni non suffragate da verità, contenute nell’articolo pubblicato sul sito www.informazione.tv in data 23 maggio 2011. La prima precisazione riguarda il fatto che nel caso di specie non si tratta di concorso pubblico, bensì di mobilità di personale già in ruolo presso altri Enti locali.

A questo riguardo è anche opportuno ricordare che in diverse occasioni tali mobilità sono state regolate semplicemente sulla base di un reciproco accordo tra le Amministrazioni coinvolte, senza alcuna procedura concorsuale.

La Provincia di Fermo, per ragioni legate alla necessità di acquisire professionalità valide in alcuni settori strategici della sua organizzazione, ha ritenuto opportuno promuovere una procedura concorsuale anche in relazione al grande numero di richieste di mobilità inoltrate (individualmente ed autonomamente) sin dalla sua costituzione, da tantissimi dipendenti pubblici, sia dal territorio che da altri Enti.

A tal fine, la nostra Amministrazione ha approvato un proprio regolamento per la disciplina della mobilità sulla base del quale sono stati predisposti i bandi relativi.

Nel definire i punteggi per formare le graduatorie dei candidati per i vari posti destinati ad essere coperti tramite mobilità, la Provincia di Fermo ha privilegiato le qualità professionali attribuendo 60 punti su 100 alla base valutativa, distinti in 30 punti per la prova a quiz e 30 per il colloquio. I restanti 40 punti sono stati invece destinati ai titoli di studio e di servizio.

Nel definire l’ulteriore riparto all’interno dei titoli, la Commissione ha ritenuto opportuno privilegiare essenzialmente l’esperienza professionale acquisita dai candidati, tutti già dipendenti pubblici, poiché vi era la necessità di acquisire personale con elevata esperienza professionale che potesse supportare i settori a cui era destinato. Settori, va ricordato, sottodimensionati, con personale molto giovane e con poca o nulla esperienza specifica, in quanto i criteri che hanno regolato i trasferimenti dalla vecchia Provincia di Ascoli Piceno hanno tenuto conto esclusivamente della minore anzianità di servizio.

L’esigenza, quindi, di acquisire, attraverso le procedure di mobilità, personale altamente professionalizzato, ha costituito una priorità, che ha guidato tutte le selezioni delle diverse mobilità messe in campo nel 2010.

Ecco il motivo per cui nell’ambito dei titoli più punti sono stati attribuiti ai titoli di servizio di quanti non ne siano stati assegnati ai titoli di studio.

E’ poi principio generale di tutti i concorsi, e quindi anche delle mobilità, che nessun punteggio venga assegnato al titolo richiesto per l’ammissione, come nel caso specifico della mobilità a cui si riferisce l’articolo.

Perciò, vanno respinte al mittente le velate accuse di scarsa trasparenza o di violazione della par condicio dei candidati, tutti posti sullo stesso piano in sede di esame e differenziatisi all’esito dello stesso solo in relazione alla qualità delle prove rese, all’anzianità di servizio maturate nell’Ente di provenienza e ad altri minori titoli di merito, per i quali erano stati previsti complessivamente 10 punti sul totale di 100.

Resta a disposizione di chiunque voglia approfondire la questione tutta la documentazione relativa alle selezioni svolte: regolamento, bando, verbali della Commissione, prove rese dai candidati, titoli dichiarati e presentati.

E’, quindi, priva di fondamento l’insinuazione che la Commissione abbia voluto commisurare il punteggio attribuito ai titoli sulla base delle domande pervenute, poiché i criteri di valutazione sono stati chiaramente definiti prima di prendere visione dei titoli presentati da ogni concorrente.

 

Il Presidente della Provincia di Fermo

On. Avv. Fabrizio Cesetti