La senatrice Silvana Amati non voterà il Disegno di Legge Delrio sulle Province “perché - dice - contiene gravi lacune di costituzionalità e una grande confusione nella valutazione dei reali risparmi per il Paese. Mi auguro che il Governo e il mio partito possano risolvere la questione delle Province inserendola nella riforma del Titolo V, relativa all’architettura dello Stato, e superando così un disegno di legge illeggibile, scritto da chi non sa come verrà applicato”.

Ieri mattina, alla sede dell’Upi Marche, Silvana Amati è stata l’unica a presentarsi all’appuntamento con i Presidenti di Provincia della Regione che, nei giorni scorsi, avevano invitato tutti i Senatori eletti nel territorio per un confronto sul Disegno di legge che a breve verrà discusso in Senato.

Il Senatore Ceroni ha inviato una nota dove afferma che tutti i Senatori di Forza Italia, in una riunione del Gruppo, hanno deciso di non votare il provvedimento e contestualmente di promuovere le necessarie iniziative politiche e parlamentari affinché la riforma delle Province sia inserita all’interno della più ampia discussione del Titolo V della Costituzione.

Il Presidente della Provincia di Fermo Fabrizio Cesetti - che, insieme al Presidente del Consiglio Provinciale Luigi Marconi, ha partecipato alla riunione - ha espresso soddisfazione per la presa di posizione della Senatrice Amati e per la comunicazione del Senatore Ceroni.

Le Province - ha aggiunto Cesetti - non si vogliono sottrarre al confronto per una rivisitazione di tutta l’architettura istituzionale del Paese attraverso la riforma del Titolo V, peraltro recentemente annunciata, ma ritengono inaccettabile un provvedimento che disorganicamente pretende di anticipare gli effetti di una riforma costituzionale con una legge ordinaria gettando il Paese nel caos e producendo soltanto costi aggiuntivi, come rilevato anche dalla Corte dei Conti. Il legislatore, già sonoramente bocciato dalla Corte Costituzionale sulla riforma Monti delle Province, ha il dovere di rispettare la Costituzione e, quindi, mantenere innanzitutto l’elezione diretta da parte dei cittadini del Presidente della Provincia e del Consiglio provinciale”.

Gli stessi Padri Costituenti - ha ricordato Cesetti – hanno espressamente previsto ‘le elezioni… degli organi elettivi delle amministrazioni provinciali’ con la VIII° Disposizione transitoria e finale della Costituzione. Sarebbe, pertanto, opportuno che tutti i sostenitori del DDL Delrio approfondissero meglio la Carta fondamentale del Paese anziché invocarla ad intermittenza”.