Pubblichiamo il discorso fatto dal Presidente Fabrizio Cesetti durante il funerale del Cavaliere Luigi Vitali.

Caro Luigi,

di tue immagini negli occhi, in questi decenni, ne avrei tante. Ma l’ultima, quella che voglio conservare è – una settimana fa – nella sala del Consiglio provinciale di Fermo, al mio fianco, col volto felice, reso giovane dalla contentezza di avere al nostro fianco tutte le istituzioni, le scuole e la società del fermano, a difendere un territorio a cui hai donato energia e passione, per una lunga vita; una di quelle vite che meritano di essere vissute.

Sei stato un uomo di grande passione civile, un uomo delle istituzioni e insieme espressione della società, moderno sempre, a dispetto degli anni che passavano, aperto al mondo; fedele ad ideali di giustizia e di libertà, un esempio di rettitudine morale in un tempo in cui i giovani hanno bisogno più che mai, dalla politica e dal mondo adulto, di figure come la tua.

Hai amato profondamente questo nostro territorio, la sua battaglia per l’autonomia e per un governo provinciale autonomo, al servizio dei cittadini. Questa Provincia, che io rappresento e che oggi si stringe intorno a te ed alla tua famiglia, non sarebbe mai diventata la realtà viva ed operante – lo voglio ripetere: viva ed operante – che oggi è, senza il tuo contributo intelligente, appassionato, tenace.

E lo voglio ripetere qui, oggi, nel porgerti l’estremo saluto: questa battaglia non è finita e non è perduta. Questo era il tuo pensiero, questo è il nostro pensiero. Questo è l’impegno che rinnoviamo davanti al tuo feretro; molte pagine sono ancora da scrivere e le scriveremo nell’interesse del Fermano e dei suoi cittadini. Non possiamo più farlo insieme a te, ma possiamo farlo insieme al tuo esempio. La Provincia, per te e per noi, non è qualche carica, qualche poltrona; è la dignità e l’autonomia di un territorio, la sua identità aperta al mondo; sono servizi e diritti dei cittadini, delle imprese, dei lavoratori. Questo oggi, anche grazie, molto grazie al tuo impegno, è una realtà; perché comunque – anche grazie a te – niente sarà più come prima, non torneremo indietro, ma andremo avanti; perché se anche le vicende istituzionali dovessero far si che si debba costruire un’unica istituzione del sud delle Marche – possibilità di cui eri lucidamente consapevole, con la chiarezza ed il buon senso di un navigatore di lungo corso – lo faremo sedendo alla pari, da territorio autonomo, da istituzione della Repubblica, ad ogni tavolo locale e nazionale.

Certo, oggi senza di te, ci sentiamo più soli; ma quest’ abbraccio del Fermano oggi, e quello di sabato scorso, ci ricordano che non siamo soli e sentiremo la tua presenza accanto a noi. Come tante volte nella nostra vita, solo un rinnovato impegno civile può sollevarci dal dolore e dalla profonda tristezza.

Alla tua famiglia trasmetto il cordoglio profondo di tutta l’Amministrazione, della Giunta, del Consiglio provinciale ed anche dei Sindaci della Provincia del Fermano, che mi hanno chiesto di farlo.

Se ne va un uomo di grande cuore, ironico, intelligente, radicato nella realtà, appassionato. Ma quello che ciascuno di noi fa, nell’interesse pubblico, sopravvive alla nostra esistenza materiale, vive nel ricordo, nella coscienza e nell’impegno degli altri.

Ciao, caro Cavaliere, che la terra ti sia lieve. Questo territorio, la tua Provincia, non ti dimenticherà.