Pubblichiamo la lettera del Presidente Cesetti sul decreto di riordino delle Province e sulla soppressione delle Giunte provinciali, inviata al Ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, al Ministro della Pubblica Amministrazione e Semplificazione Filippo Patroni Griffi e, per conoscenza, al Vice Presidente Vicario dell’UPI Antonio Saitta, ai Presidenti di tutte le Province, agli Onorevoli Remigio Ceroni e Francesco Verducci.

Oggetto: Decreto di riordino delle Province e soppressione Giunte Provinciali

Il Decreto Legge 5 novembre 2012 n. 188 “Disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane” (GU n. 259 del 6/11/2012), nell’implementare il percorso di riordino delle Province, avviato con Decreto Legge n. 95/2012 convertito in Legge n. 135/2012, costituisce un’ulteriore violazione delle norme e dei principi fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione; a questo proposito si ribadisce l’auspicio che la Corte Costituzionale voglia riaffermare quanto prima la supremazia della Costituzione stessa rispetto alla legislazione ordinaria e al ricorso alla decretazione d’urgenza.

Tale Decreto prevede, inoltre, una serie di ulteriori disposizioni, tra le quali la soppressione - a decorrere dal 1° Gennaio 2013 - delle Giunte Provinciali, demandando le relative competenze ai Presidenti delle Province, con facoltà, per questi ultimi, di delegarle ai Consiglieri Provinciali in misura non superiore a tre.

Tale disposizione è illegittima, inaccettabile nel metodo, dannosa nel merito e irrilevante sul piano finanziario.

Invero, il Governo sembra aver dimenticato - e tale dimenticanza può essere giustificata solo dalla scarsa considerazione dell’investitura popolare - che in prevalenza gli Assessori nell’assumere le loro funzioni si sono dovuti dimettere, per disposizioni di legge, dalla carica di Consiglieri Provinciali cui erano stati chiamati per volontà del popolo sovrano; tra l’altro, assai spesso si è trattato proprio dei Consiglieri più votati.

Quindi, tale soppressione delle Giunte costituisce un ulteriore, quanto ingiustificato, strappo con i principi della rappresentanza democratica.

Nel merito, il Governo non dovrebbe ignorare che gli Assessori Provinciali mettono a disposizione della loro funzione esperienze, competenze e conoscenza dei territori che appaiono, all’evidenza, indispensabili sia per accompagnare l’eventuale processo di riordino e sia per garantire il completamento delle progettualità in corso che, nonostante il Governo sembri ignorarlo, sono parte di quella necessaria opera di ripresa economica del Paese.

Tra l’altro, almeno per quanto riguarda la “mia” Provincia, gli Assessori (già nel contenuto numero di cinque) hanno svolto e svolgono - con passione, competenza, impegno - funzioni insostituibili con indennità risibili, in quanto ridotte al minimo consentito; hanno dovuto rinunciare alla loro attività e a molti aspetti della loro vita privata per dedicarsi a tempo pieno all’espletamento del loro incarico. Anche attraverso il loro quotidiano impegno è stato possibile avviare, ancor prima della nascita di questo Governo, oltre che una Provincia praticamente dal nulla, seri provvedimenti di “spending review”, tanto che la Provincia di Fermo ha ridotto drasticamente la spesa, il numero dei dirigenti (da 11 a 6) e il numero dei dipendenti (neanche 240 rispetto ai 315 previsti).

Mi sembra evidente che persino una impresa privata, purché minimamente lungimirante, eviterebbe di privarsi - per giunta senza alcun rilevante vantaggio economico - di energie intellettuali e di sostegni autorevoli in una così delicata ed impegnativa fase di passaggio che comporterà certamente disservizi ai cittadini, oltre che serie difficoltà nella gestione ordinaria e straordinaria.

Auspico, pertanto, la modifica dei provvedimenti da parte del Parlamento in sede di conversione; diversamente, il sottoscritto Presidente, nel più rigoroso rispetto della legge, troverà il modo e le forme per avvalersi dell’insostituibile e preziosa opera dei propri Assessori anche nella consapevolezza che la soppressione tout court di uno degli Organi di governo previsti dall’art. 36 del D.Lgs. 18/8/2000 n. 267, nella fattispecie della Giunta Provinciale, costituisce a tutti gli effetti una diminutio delle prerogative democratico-istituzionali di un Presidente della Provincia, fintanto rimarrà in carica stante il vigente sistema elettorale.

Distinti saluti.

Il Presidente

Fabrizio Cesetti