Ad una settimana dall’inaugurazione, non si spegne l’attenzione mediatica per la mostra “ITAca - Storie d’Italia” di Giovanni Marrozzini, sostenuta dalla Provincia di Fermo ed esposta fino a settembre presso il CIFA (Centro Italiano della Fotografia d’Autore) di Bibbiena, in provincia di Arezzo.

“Si tratta di una mostra bellissima - dichiara l’Assessore alla Cultura Giuseppe Buondonno, presente a Bibbiena lo scorso 16 giugno - e, anche se quando abbiamo deciso di sostenere l’idea di Marrozzini avevamo intuito immediatamente l’importanza di un progetto articolato in numerosi workshop ed iniziative in giro per tutta l’Italia, la realtà ha superato le aspettative.

E’ uno sguardo straordinario e straordinariamente intenso sulle tante storie del nostro Paese e, quindi, sulle tante storie dell’umanità. Voglio ringraziare i molti fermani presenti all’inaugurazione, perché è stata la testimonianza di un territorio che da alla fotografia una grande importanza e che, soprattutto, ha un’importanza nella storia della fotografia, abbondantemente riconosciuta dall’ospitalità e dall’attenzione che abbiamo ricevuto dal Presidente della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, dal Presidente della Provincia di Arezzo e dalla stessa Regione Toscana.

Non è un caso che proprio il Presidente della FIAF abbia parlato di Marrozzini come di uno dei maggiori e più interessanti fotografi italiani di questa fase storica. E l’importanza del lavoro lo conferma: un lavoro fatto di ricerca, anche originale per la sua narrazione plurale, letteraria e fotografica dell’Italia.

Come Provincia, insieme al Comune di Fermo ed alla Fototeca provinciale, stiamo già lavorando per allestire dopo settembre la mostra nella città capoluogo. Voglio rimarcare, infine, come anche l’iniziativa della Fototeca provinciale, e quindi di un archivio pubblico, sia stata fortemente apprezzata dalla stessa FIAF nei suoi massimi rappresentanti”.

“La mia soddisfazione è enorme - sottolinea Giovanni Marrozzini - e voglio condividerla con le oltre 400 persone presenti all’inaugurazione. Quello con la fotografia è un lungo viaggio, iniziato 8 anni fa; un viaggio che non immaginavo potesse diventare una professione così stimolante, anche se difficile e faticosa, che mi ha portato lontano da casa per tanto tempo. Realizzare poi “ITAca” in occasione del 150° anno dell’Unità, scommettendo su un giovane come Matteo Fulimeni e sulla sua capacità di raccontare storie, sperimentando a bordo di un camper per un intero anno questo parallelismo tra fotografia e scrittura, tutto questo mi ha fatto conoscere un’Italia meravigliosa ma con poca voglia di riscattarsi, un’Italia con poca consapevolezza, che necessita di un vero e proprio punto e a capo. Il lavoro fatto con Matteo non ha, però, la presunzione di identificare una Nazione: se qualcuno, poi, ritroverà se stesso o il Paese nelle foto e nei testi, allora vorrà dire che c’è qualcosa in comune da cui ripartire ed iniziare a costruire”.