Pubblichiamo l'intervento del Presidente della Provincia di Fermo Fabrizio Cesetti al convegno sull'accesso al credito, organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo presso la Sala dei Ritratti di Fermo giovedì 14 giugno 2012.

IL COINVOLGIMENTO DELLA CASSA DDPP NEGLI INVESTIMENTI INFRASTRUTTURALI STRATEGICI PER IL TERRITORIO

E’ con estremo piacere che intervengo all’odierno incontro soprattutto per l’importanza del tema in una fase socio-economica ed istituzionale così difficile per il nostro Paese e per l’Europa tutta.

Porgo innanzitutto il benvenuto agli illustri relatori, alle Autorità presenti, ai rappresentanti del mondo del lavoro e delle imprese e a tutti i partecipanti, a nome mio personale e dell’Istituzione Provincia di Fermo che mi onoro di presiedere.

Un ringraziamento particolare al Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo Ing. Amedeo Grilli, non solo per aver voluto organizzare questo incontro ma anche perché, proprio nei giorni scorsi, la stampa locale ha riportato i dati delle risorse finanziarie impegnate nell’ultimo anno dalla Fondazione da Lui presieduta nei diversi campi di attività della vita socio-culturale del nostro territorio, con un impegno di spesa effettiva di ben 4 milioni di euro, che a me sembra un risultato incredibile tenuto conto dello stato, che tutti conosciamo, dei mercati finanziari.

Ancora grazie Presidente Grilli.

Ed il nodo dell’odierno dibattito e, più in generale, di una così difficile fase è proprio questo: la crisi dei mercati finanziari, o per meglio dire, il perdurare di tale crisi che si presenta sotto vesti diverse:

  • nel 2008 la grande crisi di liquidità internazionale con l’ “effetto domino” causato dal fallimento della Lehman Brothers;
  • nel 2011, nonostante i flebili segnali di ripresa dell’economia reale su scala internazionale, la grande crisi delle Banche europee per la speculazione sui “titoli sovrani” che, come noto, ha messo in ginocchio paesi come la Grecia, la Spagna, il Portogallo, e purtroppo minaccia anche l’Italia costringendoci ai sacrifici che conosciamo.

Sulla congruità, sulla giustezza e sulla efficacia di tali sacrifici, e delle manovre governative in atto che li determinano, non posso entrare nel merito in questa sede, ma devo dire che i sacrifici senza equità e imposti soprattutto ai più deboli sono inaccettabili.

Ed i sacrifici (ma di tutti) avranno un senso solo se ci permetteranno di realizzare un modello economico e sociale più equilibrato e più giusto.

Tornando invece al tema è quindi del tutto evidente, a cominciare dagli addetti ai lavori e dagli analisti, che il problema centrale non è tanto nell’economia reale, anche se alcuni Paesi come il nostro, di fatto, sono pressoché vicini alla recessione (è di ieri il dato ufficiale del PIL del I° trimestre 2012 che è sceso dello 0,8%).

Le più recenti proiezioni del Fondo Monetario Internazionale prevedono indubbiamente un rallentamento dello sviluppo nel biennio 2012-2013 che viene dato, in media, al 4% di cui solo 1,6% nei Paesi avanzati ed il 6,4% in quelli emergenti, ciò a dimostrazione che l’economia reale, seppure in modo selettivo, specialmente nei comparti ad elevato valore aggiunto e nelle aree di mercato in espansione, mantiene il suo minimo vitale.

Il problema centrale – scusate ma lo dico da profano in presenza di addetti ai lavori – resta quello di far circolare liquidità in quantità maggiore e con maggiore velocità, a cominciare indubbiamente dal sistema delle piccole e medie imprese ma anche delle famiglie e del credito al consumo, che scontano oggi, per tutti i motivi che accennavo sopra, nella migliore delle ipotesi un sensibile aumento dei tassi passivi di interesse, nella peggiore una vera e propria chiusura dei rubinetti, una maggiore pressione delle banche nei rientri ed un ulteriore appesantimento delle garanzie richieste.

Per questo motivo, ad esempio, un piccolo Ente come la Provincia di Fermo cerca di dare il proprio contributo, come mi risulta stia facendo anche la Camera di Commercio, confermando anche nel Bilancio di previsione 2012 il proprio sostegno al Fondo Regionale di Garanzia per le PMI, anzi aumentando nei limiti del possibile le risorse finanziarie, in modo tale che il Fondo Regionale possa controgarantire un maggior numero di finanziamenti bancari destinati alle piccole imprese del territorio.

Attraverso questo strumento virtuoso otteniamo in pratica 2 risultati contemporaneamente:

  1. ogni Euro versato nel Fondo Regionale dagli Enti Locali determina un finanziamento lato Banca erogato alle PMI di ben 40 volte superiore;
  2. le risorse che alimentano il Fondo di Garanzia Regionale sono state territorializzate e quindi per ciascun territorio provinciale v’è certezza e corrispondenza tra entità delle risorse finanziarie e numero degli interventi.

Nel settore privato del nostro Paese siamo quindi agli inizi di un fenomeno che, alla lunga, risulterebbe molto pericoloso: i dati della Banca d’Italia dimostrano infatti che nel 2011 si è verificata una seppur modesta tendenza flettente della ricchezza netta in termini reali dovuta principalmente ad un calo delle potenzialità di risparmio delle famiglie collegato ad un aumento dell’indebitamento per finanziare i consumi correnti.

Il protrarsi di questa tendenza, unitamente al fatto che le Banche, soprattutto in Italia e in Spagna, sono costrette ad acquistare ingenti quantità di Titoli di Stato per contrastare le speculazioni, grazie ai massicci prestiti della Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale, determinano però, in questo modo, un rischio significativo di aumento della spesa corrente dei futuri bilanci statali, a causa degli alti tassi di interesse attivi soprattutto sui buoni poliennali (e della differenza di 400 punti con i titoli tedeschi) che, quasi sicuramente, richiederanno ulteriori prolungati sacrifici.

Alle difficoltà del comparto privato (famiglie e imprese), si aggiungono poi quelle del settore pubblico il cui potere di spesa, di fatto, è paralizzato.

Fermo restando, lo voglio sottolineare a chiare lettere e con estrema convinzione, la necessità e l’urgenza di riorganizzare la Pubblica Amministrazione in generale in modo tale da determinare significativi risparmi a parità di servizi, personalmente credo che vada subito modificato il Patto di stabilità che peraltro nella sua formulazione originaria è patto per la stabilità e lo sviluppo ed è per questo che attendiamo con ansia e curiosità i provvedimenti per la crescita preannunciati dal Governo e dal Ministro Passera in particolare.

Infatti, per evitare che la crisi si aggravi ulteriormente è indispensabile che alle politiche di austerità si affianchino i provvedimenti per far ripartire l’economia: dagli investimenti pubblici alle misure per sostenere i lavoratori, le famiglie e le imprese.

Parlando sempre da non addetto ai lavori dinanzi ad una platea così qualificata, io credo ad esempio che vada subito aperta una nuova stagione di investimenti infrastrutturali di tipo strategico, sia a livello nazionale che territoriale, da un lato sacrificando almeno in parte le spese correnti generali e riconvertendo quelle improduttive (ad esempio attraverso le dismissioni) e dall’altro ricorrendo a partenariati pubblico-privati sia per la progettazione e la gestione delle opere che per la loro finanza.

Del resto, immagino che un imprenditore che intenda andare avanti con tutte le proprie forze in un contesto difficile come questo, da un lato si adoperi per tagliare dal proprio bilancio almeno il 20% delle spese discrezionali ma dall’altro intensifichi i propri progetti, le proprie alleanze e i propri investimenti.

Da “buon padre di famiglia” cercherei di fare la stessa cosa, semmai privandomi di un bene secondario per dare la possibilità ai miei figli di continuare ad implementare l’investimento sulla propria formazione.

Con grande attenzione ho ascoltato la relazione della Cassa Depositi e Prestiti che oggi si presenta al territorio in veste molto rinnovata e con uno slogan che ci piace molto “Facciamo crescere l’Italia”.

Non è una Cassa Depositi e Prestiti che si limita a finanziare gli Enti Locali in regime di sostanziale monopolio ma una Banca aperta ed operativa a 360 gradi, controllata pur sempre per il 70% dal Ministero dell’Economia che ne garantisce la sua identità e la sua missione istituzionale a sostegno del Paese.

Sfogliando alcuni sintetici documenti che mi hanno fornito i miei collaboratori, la Cassa Depositi e Prestiti opera direttamente anche nel settore delle imprese sin dal 2009, con un plafond per le PMI che a marzo 2012 è stato implementato con ulteriori 10 miliardi di Euro.

Ma anche nel campo delle infrastrutture pubbliche ha fatto passi da gigante.

Oltre ai tradizionali strumenti che tutti conosciamo, la Cassa Depositi e Prestiti è in grado di compiere operazioni sia di “corporate finance” che di “project finance” e questo ci da la possibilità, oggi, di pensare “anche più in grande” nei nostri territori (pensiamo ad esempio alla possibilità di realizzare un’opera pubblica il cui valore dell’investimento, per le sue dimensioni, sarebbe inibito al territorio ma che, per la sua natura di poter generare ricavi e di poter essere realizzato in partenariato, anche attraverso appositi operazioni di raccolta finanziaria, con il supporto della Cassa Depositi e Prestiti potrebbe non essere più un sogno).

I principali campi di intervento riguardano le infrastrutture, le opere di interesse pubblico e i servizi di pubblica utilità nei seguenti settori:

  • viabilità e trasporti
  • edilizia pubblica e sociale
  • impianti sportivi e ricreativi
  • settore energetico
  • edilizia sanitaria
  • settore idrico
  • social housing
  • rigenerazione urbana e sviluppo
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Da quel che leggo la Cassa Depositi e Prestiti opera nel campo delle infrastrutture ormai anche attraverso fondi equity nazionali ed internazionali, il che favorisce la raccolta e la destinazione delle risorse su progetti specifici specie se di portata strategica.

Tra i fondi equity lanciati dalla Cassa Depositi e Prestiti voglio citarne 2 che mi sembrano particolarmente interessanti anche per il nostro territorio:

  1. il primo denominato F2i investe principalmente in progetti di riconversione e di sviluppo di siti ed infrastrutture dismesse, anche nel campo della sanità e delle infrastrutture sociali;
  2. il Fondo Investimenti per l’Abitare (FIA) che investe nel settore dell’edilizia sociale con l’obiettivo di realizzare case a costi accessibili per le famiglie che non sono in grado di soddisfare sul mercato le proprie esigenze abitative.

Un Partner dunque nuovo, credibile, operativo ed innovativo che mantiene un corretto equilibrio tra la sua missione istituzionale pubblica e la flessibilità, l’efficienza e l’efficacia dei propri interventi e strumenti garantito anche dalla presenza nel suo capitale sociale per un 30% da Banche e Fondazioni bancarie.

Un altro settore di intervento molto interessante per gli Enti Locali riguarda la valorizzazione del proprio patrimonio immobiliare.

La Cassa Depositi e Prestiti può affiancare infatti singoli Enti nelle operazioni di censimento e razionalizzazione dei beni al fine di garantire una più efficiente gestione.

La valutazione degli immobili e la conseguente valorizzazione sono gli strumenti principali attraverso cui potranno essere individuate le destinazioni più idonee dei beni (ad esempio locazione, dismissione, fondo immobiliare, etc..) tramite le quali mettere a reddito il patrimonio e contribuire alla realizzazione del debito pubblico dell’Ente.

Poiché mi piace concludere in modo operativo vorrei lanciare una proposta ai nostri interlocutori della Cassa Depositi e Prestiti, spero immediatamente fattibile, cioè la stipula di un’apposita convenzione quadro con la Provincia di Fermo, attraverso la quale da un lato gli Enti Locali, le Associazioni di categoria e le imprese del territorio possano accedere ai servizi di assistenza tecnica della Cassa Depositi e Prestiti e dall’altro possa essere stabilito e messo a disposizione del nostro territorio, a condizioni vantaggiose, un plafond finanziario e la possibilità di accedere ai diversi strumenti di finanziamento e noi siamo disponibili ad approfondire queste ed altre ipotesi di collaborazione.

Permettetemi di concludere con una riflessione, apparentemente fuori tema: in questo nostro straordinario Paese per vincere le sfide che abbiamo davanti ed anche per trasformare i rischi in opportunità, c’è un disperato bisogno della politica ed è fondamentale ristabilire un rapporto costruttivo tra cittadini e istituzioni, tra Stato, mercato e società civile.

Abbiamo bisogno che la politica torni a guidare l’economia, così come deve tornare a determinare gli indirizzi generali della vita delle istituzioni e della società. Ma per questo ruolo, ne dobbiamo essere tutti consapevoli, serve la “buona politica”.

Grazie

Il Presidente

On. Avv. Fabrizio Cesetti

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