Uno scambio di auguri tra il Presidente Cesetti, la Giunta provinciale, il Presidente del Consiglio Luigi Marconi ed i dipendenti della Provincia di Fermo alla fine di un anno impegnativo e, per certi versi, drammatico.

E’ quanto ha voluto rimarcare lo stesso Cesetti durante il consueto incontro di fine anno, svoltosi presso la Sala Consiglio. Pubblichiamo alcuni estratti del suo discorso.

 

L’ALLUVIONE DI MARZO

“In questo 2011 - ha affermato in apertura Cesetti - abbiamo subito un’alluvione devastante che, oltre a ferire profondamente il nostro territorio, si è portata via due persone, un uomo ed una giovanissima donna, che si erano alzate la mattina presto per recarsi al lavoro. Cose che ognuno di noi fa tutte le mattine.

E questo fine anno ci colpisce ancora al cuore perché un giovane ragazzo di Moresco, Roberto, è scomparso. Tutta la Provincia è vicina alla sua famiglia, con la speranza che Roberto possa ritornare a casa sano e salvo, e che questo dramma possa quindi concludersi nel migliore dei modi.

Sempre in riferimento all’alluvione del marzo scorso, posso affermare che la Provincia di Fermo, con i suoi uomini, le sue donne e le sue strutture, in quei giorni ha fatto sentire la propria presenza, dando risposte più che soddisfacenti a quelli che erano i bisogni e le aspettative dei cittadini e ripristinando in tempi molto brevi le condizioni di sicurezza, senza ricevere alcun sostegno da altre Istituzioni nonostante la dichiarazione dello stato di emergenza.

Quelli vissuti nel corso di questi mesi sono stati momenti che non dimenticherò mai, come non dimenticherò mai il vostro straordinario impegno. Pensate a cosa sarebbe accaduto se non avessimo avuto il coraggio di assumerci le nostre responsabilità nel fare scelte certamente difficili ed ora che le condizioni di sicurezza sono state ripristinate ci aspettiamo che anche il Governo, così come ha fatto la Regione Marche, faccia la sua parte.

Ma voglio ancora una volta dirvi che, senza di voi ed il vostro impegno, la Provincia di Fermo non ce l’avrebbe fatta”.

 

IL RIORDINO DELLE PROVINCE

“Purtroppo da oggi c’è un provvedimento legislativo che incide e inciderà pesantemente su quelle che sono le funzioni, il ruolo ed anche il futuro dell’Ente Provincia. Se non verrà modificato l’impianto legislativo così come delineato nel Decreto Salva Italia appena convertito, la Provincia del futuro sarà un Ente inutile perché non avrà più alcun potere, non avrà risorse e, soprattutto, non avrà organismi eletti direttamente dai cittadini, con la conseguente incapacità di incidere sul territorio per una sua maggiore crescita e coesione.

Noi crediamo che ci siano ancora margini consistenti per modificare questo provvedimento, all’evidenza incostituzionale, sul quale ho espresso in tutte le sedi, anche nazionali, tutte le mie riserve. Auspico che il Presidente Napolitano, per il quale nutro sincero rispetto e profonda ammirazione, faccia sentire la sua autorevole parola affinché un’Istituzione della Repubblica italiana, prevista dalla nostra Costituzione, non sia di fatto soppressa attraverso una normativa che, comunque, non potrà resistere al giudizio della Corte Costituzionale, a meno che non si voglia creare un pericoloso precedente.

Addirittura, l’iniziale previsione della decadenza degli organismi delle Province, democraticamente eletti, dimostra come sul tema un governo di professori che nessuno ha eletto abbia voluto all’evidenza trovare un capro espiatorio di fronte all’opinione pubblica, dimenticando che un’iniziativa del genere è avvenuta soltanto durante la dittatura fascista.

Almeno in Parlamento una tale previsione è stata corretta, anche se resta gravissima la decisione di procedere al commissariamento delle Province che andranno al voto nella prossima primavera, come la Provincia di Ancona.

Il mio auspicio è che le forze politiche la smettano di tollerare quello che è un vero e proprio scempio istituzionale, e che getterà le realtà locali nel caos. Ed è per questo che in sede di UPI nazionale abbiamo richiesto un incontro con tutti i leader delle forze politiche per la tutela della tenuta del sistema democratico del Paese e chiederemo inoltre in ogni Regione, attraverso le Conferenze delle Autonomie Locali, alle Giunte regionali di attivare il ricorso alla Corte Costituzionale.

Credo che anche la Regione Marche arriverà a muoversi su questo fronte, con il senso di responsabilità che le è proprio, e sono sicuro che non perderà questa straordinaria occasione per dimostrare la vicinanza al territorio ed il rispetto alle sue Istituzioni”.

 

IL RUOLO E L’IMPORTANZA DEI DIPENDENTI

“Qui da difendere non ci sono poltrone, ma soltanto un’Istituzione e coloro che vi lavorano. Noi vogliamo difendere la Provincia perché necessaria e utile per il territorio. Quindi, come UPI nazionale ci siamo rivolti non soltanto alle forze politiche ma abbiamo chiesto un incontro anche con i sindacati, la cui voce ancora oggi su questa specifica questione non si è fatta sentire.

Siamo disponibili a metterci intorno ad un tavolo per ragionare insieme, se servirà anche a mettere in discussione la nostra Provincia, ma soltanto dopo un confronto e se le altre Istituzioni saranno disponibili a fare altrettanto.

E vogliamo anche sapere: a cosa sarà servito il nostro lavoro ed il nostro impegno che ci hanno permesso, in soli due anni e mezzo, di costituire un’Istituzione della Repubblica? Ne dovremmo spendere altrettanti per svuotarla di contenuto?

Ecco, di questo vogliamo discutere, ma senza essere considerati i capi espiatori di un’antipolitica dilagante, che è l’anticamera dello svilimento della democrazia.

Che cosa dovranno fare le risorse umane all’interno della Provincia? Che cosa dovrete fare voi domani? E’ il momento di far sentire la vostra voce, perché non è giusto che veniate considerati come fonte di inutilità e di spreco. Ma voi pensate veramente di essere tutto questo? Ho citato il dramma dell’alluvione: ma se non ci fosse state voi qui, insieme a noi, chi si sarebbe fatto carico di risolvere tutti quei problemi?”.

 

UN IMPEGNO PER L’ISTITUZIONE PROVINCIA

“Occorre reagire, anche se non è facile lavorare in condizioni di estrema precarietà. Ma sappiate che io non sono un soggetto che molla: ho ricevuto un mandato elettorale e quindi porterò a termine tutti gli impegni presi. E soprattutto non mi interessa fare il Presidente della Provincia se nominato da non si capisce chi. L’ho fatto perché eletto dai cittadini e sarei disponibile a farlo soltanto se rieletto dagli stessi cittadini. Non potrò mai essere disponibile per altri tipi di soluzioni, anche perché nella mia vita sono sempre stato eletto e mai nominato.

A voi chiedo di non perdere la fiducia e, soprattutto, un impegno straordinario, perché l’unico modo per vincere questa battaglia, che è per la democrazia, è quello di far capire con i fatti ad un opinione pubblica bombardata quotidianamente che l’Istituzione Provincia è utile per il bene dei cittadini.

Soltanto in questo modo potremo conseguire l’obiettivo principale: quello di far cambiare idea, con il consenso popolare, a chi continua a perseguire questa follia demagogica della soppressione delle Province”.