Pregiatissimo Coordinatore della Sezione Territoriale del Partito Socialista Italiano di Fermo,

rispondo volentieri alla Sua lettera aperta del 10 dicembre 2011.

Comincio col dire che, se quelli da Lei mossi sono i rilievi principali nei confronti di due anni di attività di una Provincia che, per l’appunto, due anni fa non esisteva, sono contento perché è evidente che il saldo del giudizio è positivo.

Con ciò, naturalmente, non intendo sottrarmi ad una risposta più puntuale sugli argomenti da Lei sollevati; su alcuni dei quali, per la verità, ritorno essendo già note le posizioni di questa Amministrazione.

In merito al problema della rappresentanza nell’esecutivo, credo che continuare a parlare di un allargamento della Giunta sia, quantomeno, contrario al buon senso ed al buon gusto, in una fase storica come quella attuale. Ritengo che - anche come esempio di buona politica - in questo momento si debba intendere la ricostruzione di un responsabile clima di collaborazione tra le forze del centrosinistra, anche prescindendo dalle cariche; poiché non sono mancate e non mancheranno le opportunità per ciascuna forza politica di contribuire e partecipare a decisioni e scelte importanti per i cittadini e per il territorio.

Torno a segnalare, tra l’altro, che sul tema dell’allargamento dell’esecutivo, non è della Sua stessa opinione il consigliere provinciale eletto nella lista cui il PSI partecipava nel non lontanissimo 2009.

Posto che ciascuna delle forze che costituiscono, con diversi ruoli, l’attuale maggioranza provinciale, contiene – per usare le Sue parole – “un solido seme di riformismo” e che, dunque, esso non è appannaggio di qualche singola forza politica, le opportunità per far valere idee e progettualità ci sono state, come dicevo, e ci saranno in una logica che auspico, nell’interesse dei cittadini del Fermano, più propositiva e meno rivendicativa.

Considero, invece, piuttosto gravi le considerazioni che Lei fa sul tentativo del Governo di chiudere le Province, intanto perché da una forza di solide tradizioni autonomiste come la Vostra, ci si attenderebbe una reazione forte ad un tentativo rozzamente centralistico e sostanzialmente antidemocratico ed una reazione al dilagare di un sentimento pericolosamente antipolitico.

Per la verità, sia detto per inciso, non ci risulta assolutamente - né da parte dei Sindaci, né da parte di molti cittadini ed associazioni del territorio - che nel Fermano la Provincia sia considerata un ente inutile né un costo superfluo ma, dal Comune capoluogo ai Comuni più piccoli, in questi due anni e mezzo, il riscontro che abbiamo avuto è stato (in realtà, fino a qualche settimana fa anche dal PSI) di un utile interlocutore di autonomia progettuale del territorio. Il confronto, quanto meno iperbolico, da Lei prodotto con la chiusura di una scuola o di un ospedale è infondato e volutamente strumentale; poiché Lei, che è stato valentissimo sindaco, sa perfettamente che non è paragonabile, nella percezione collettiva, una istituzione di area vasta come la Provincia con servizi diretti come le scuole e gli ospedali.

Non è un caso che, solo qualche mese fa, nelle statistiche nazionali la Provincia di Fermo era in netta ascesa nei consensi e nel gradimento dell’opinione pubblica. Non governiamo seguendo i sondaggi, ma rovesciare i dati reali non è mai buona prassi.

Vengo ora a due questioni rispetto alle quali le Sue considerazioni possono essere, evidentemente, frutto o di una palese distrazione o di una vis polemica degna di migliori cause sulla Sanità faccio rilevare che, andando ben oltre un’interpretazione burocratica delle proprie competenze, questa Provincia è stata – ed è riconosciuto dai più – parte attiva nella ricomposizione regionale dell’area vasta e nel promuovere iniziative - in Consiglio Provinciale e, insieme al Comune capoluogo, in un tavolo territoriale sulle politiche sociosanitarie - con una forte valenza unitaria del territorio, superando barriere di maggioranze e opposizioni per rafforzare, pur nella difficile situazione che viviamo, l’impegno della Regione Marche a sostegno della Sanità fermana.

Sul PTC, poi, dovrebbe informarsi maggiormente poiché intanto esso verrà redatto nel corso del 2012 (e non 2013, come Lei troppo disinvoltamente scrive). Poi, avendo Lei anche partecipato ad una delle tante riunioni che su questa materia si sono svolte (per esempio ad essa è stata dedicata quasi per intero la campagna d’ascolto con i Comuni), saprà che è in corso e continuerà un intenso lavoro di consultazione e confronto nel territorio, cui auspichiamo contribuisca il Partito Socialista con documenti e stimoli che mettano a frutto l’indiscussa vocazione riformista di questo Partito. Tutto ciò avverrà, com’è ovvio, nel rispetto delle linee di mandato e del programma di questa Amministrazione, che vuole, prima di tutto, valorizzare e tutelare il patrimonio paesaggistico, ambientale e storico-culturale del Fermano; perché questo è stato il mandato che ci è stato affidato dai cittadini. In questo senso il riferimento al motodromo è del tutto fuori luogo; poiché esso non costituisce, a giudizio di questa Amministrazione, una “occasione sfumata” bensì un grave errore evitato; per inciso, ci risulta che, anche nel programma elettorale della città capoluogo (programma sottoscritto anche dal Partito Socialista di quella città) non si indichi certo il motodromo come una prospettiva né utile né, tantomeno, auspicabile.

Infine, sulla presunta facilità di ricorso alla Magistratura, faccio presente che vi è stato soltanto in relazione ai concorsi e si è reso necessario, da parte mia, proprio a dimostrazione della assoluta trasparenza e serenità di questo governo provinciale, poiché non possiamo consentire a nessuno di spargere fango e sospetti sull’operato di una Amministrazione costituita da persone perbene.

Concludo invitando il Partito Socialista del Fermano a partecipare alla vita ed alle scelte dell’Amministrazione Provinciale con serenità e spirito di collaborazione, indipendentemente dal ruolo che le circostanze oggettive, e non la cattiva volontà, rendono possibile, e a farsi promotore, presso gli organismi dirigenti nazionali del Partito, di una iniziativa in difesa delle istituzioni provinciali e di quella Carta Costituzionale per la quale tanti militanti e dirigenti del Socialismo italiano - che sapevano scegliere le loro battaglie - hanno dato la vita.

 

Il Presidente della Provincia di Fermo

Fabrizio Cesetti