L’UNIONE EUROPEA SECONDO JUNCKER

Pubblicato il 30/06/2017 08:04

“LʼEuropa sta attraversando una crisi esistenziale, i cittadini sono stufi di lotte interne”, queste le parole di Jean Claude Juncker, ospite nel programma “Global Conversation”, parlando di come l’UE non sia abbastanza sociale, ed il motivo per cui occorre cambiare e lavorare, tutti uniti, al pilastro dei diritti sociali, e ribadisce “L’esistenza della UE non è in discussione, quello che volevo dire è che l’Unione europea sta entrando in una fase decisiva, perché il divario tra i cittadini europei e l’azione pubblica e politica della UE sta diventando sempre più ampio e io voglio fare qualcosa.”

Il Presidente ha descritto su un documento “Il libro bianco”i 5 scenari possibili sul futuro dell’Europa a 27. Il libro, apre una riflessione su come l’UE potrà essere entro il 2025, a secondo delle scelte degli stati europei. Il documento è stato la base per la discussione al vertice di Roma del 25 Marzo, un dibattito che resterà aperto anche per tutto il 2017, anno di importanti appuntamenti elettorali, vero banco di prova per il destino dell’Unione.

La prima idea, "Avanti così", la vigente, vede la continuità con la dichiarazione di Bratislava; il secondo si concentra "solo" sul "mercato unico"; il terzo "Chi vuole di più fa di più", ovvero un'Ue a più velocità; il quarto prevede "Fare meno, in modo più efficace", circoscrivendo il campo d'azione; il quinto punta sull'ipotesi federalista "Fare molto di più insieme".

Nello specifico, i possibili scenari post-brexit sono:

"Avanti così", si concentra sull’attuazione e potenziamento dell’attuale programma di riforme e di conseguenza, gli Stati Membri e le istituzioni portano avanti un programma d’azione comune. L’UE27 continua a concentrarsi sull’occupazione, la crescita e gli investimenti nelle infrastrutture digitali, dei trasporti e dell’energia. Viene rafforzata la lotta al terrorismo sulla base della disponibilità delle autorità nazionali a scambiarsi informazioni. Viene approfondita la cooperazione in materia di difesa per quanto riguarda la ricerca, l’industria e gli appalti congiunti.

Nella seconda ipotesi, "Solo il mercato unico", l'Ue sposerebbe un'idea che sarebbe piaciuta probabilmente alla Gran Bretagna se non avesse optato per il divorzio, ossia nel 2025 il funzionamento del mercato unico diventerebbe ragion d’essere dell’UE, con una più facile libera circolazione delle merci e dei capitali, piuttosto che in altri settori e la cooperazione si ridurrebbe a livello bilaterale.

La terza idea, "Chi vuole di più fa di più", è quella dell'Europa a più velocità, dei cerchi concentrici, con un approccio più intergovernativo. Alcuni Stati Membri ambiscono a fare più in comune, riunendosi in “coalizione di volenterosi” che operano in comune in ambiti specifici quali la difesa, la sicurezza interna, la fiscalità o le questioni sociali. I nuovi raggruppamenti possono definire accordi specifici di tipo legale o finanziario per intensificare la cooperazione in settori selezionati. I 27 realizzeranno ulteriori progressi nel rafforzamento del mercato unico, potenziandone le quattro libertà. Le relazioni con i paesi terzi, anche in materi di scambi commerciali, continuano ad essere gestite a livello UE per conto di tutti gli Stati Membri.

"Fare meno, in modo più efficiente" è il quarto scenario che decide di concentrare l’attenzione e le limitate risorse disponibili su un numero ristretto di settori. Di conseguenza, può intervenire in maniera molto più rapida ed incisiva nei settori prioritari selezionati. Per queste politiche, viene dotata di strumenti più efficaci per attuare direttamente e far rispettare le decisioni collettive, cessando di intervenire o intervenendo in misura minore in altre questioni. Viene intensificata l’attività in settori quali l’innovazione, gli scambi commerciali, la sicurezza, la migrazione, la gestione delle frontiere e la difesa. Mette a punto nuove regole e strumenti di attuazione per approfondire il mercato unico nei nuovi settori chiave. Per contro, essa cesserà di intervenire o intervenire meno nei settori in cui viene percepita come portatrice di un valore aggiunto più limitato, o incapace di rispettare le sue promesse, ad es. lo sviluppo regionale, la sanità pubblica o parti della politica occupazionale e sociale non direttamente collegate al funzionamento unico.

Mentre nella quinta, "Fare molto di più insieme", gli Stati Membri decidono di condividere in misura maggiore poteri, risorse, e processi decisionali in tutti gli ambienti. Di conseguenza, in tutti i settori la cooperazione si spinge fino a livelli mai raggiunti prima. La zona euro è rafforzata e le decisioni vengono concordate più velocemente. Questo rappresenta la spinta più federalista visto il crescente populismo. In questo caso gli Stati condividerebbero in misura maggiore poteri, risorse e processi decisionali in tutti gli ambiti e chissà se l’idea degli Stati Uniti d’Europa sia ancora un progetto in mente a Juncker…